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Tahar ben Jelloun

Tahar ben Jelloun è uno scrittore, poeta e saggista marocchino, noto per i suoi scritti sull'immigrazione e il razzismo. E’ nato il 1° dicembre del 1944, in Marocco, ben presto si trasferisce prima a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all'università dove si laurea in filosofia. Intorno ai primi anni '60 inizia la sua carriera di scrittore, conosce un famoso personaggio, Abdellatif Laâbi, giornalista e fondatore di "Souffles". Per un periodo si è dedicato all’insegnamento della filosofia ma poi, in seguito all’arabizzazione dell’insegnamento, dovette rinunciare, non essendo abilitato all’attività pedagogica in lingua araba. Nel 1971 si trasferisce quindi a Parigi, dove studia psichiatria e, dopo tre anni, ottiene un dottorato in psichiatria sociale, consegnando una tesi sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati, successivamente pubblicata con il titolo “L’estrema solitudine. L’esperienza in qualità di psicoterapeuta, emerge anche in altre successive opere dell’autore, tra cui “La reclusione solitaria”, del 1976. Il suo primo romanzo, invece, è intitolato “Hoerrauda”, ed è stato pubblicato nel 1973. Ha scritto novelle, poesie, opere teatrali, saggi, riuscendo ad apportare in ognuna delle sue opere elementi innovativi rispetto alla tradizione a cui egli stesso guardava e, contemporaneamente, la sua scrittura si è evoluta di giorno in giorno. Le tematiche trattate sono molteplici ma si basano tutte su argomenti scottanti e sempre attuali come l'emigrazione; la ricerca d'identità, la corruzione. Le sue opere sono scritte in lingua francese e spesso trattano i problemi dell’immigrazione e dell’integrazione e del razzismo. E’ ad oggi uno degli autori stranieri più conosciuti in Francia. Vive tutt’ora a Parigi, collabora con il quotidiane Le Monde ed è padre di quattro figli.
Gabriel Di Vita