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Salvatore Scuderi

Salvatore Scuderi è nato a Montevago il 5 aprile 1924. Nella sua vita svolse diverse mansioni. È stato Segretario Comunale reggente nel Comune di Santa Margherita di Belice. Ha insegnato prima a Bisacquino e poi a Santa Margherita di Belice. E’ stato fondatore e direttore responsabile del mensile “L’Araldo di Santa Margherita Belice", gestendo la testata sino al 1967. É stato fondatore e vice presidente della “Pro Loco Gattopardo” di Santa Margherita di Belice.  Intorno al 1965 è stato per un anno presidente del Circolo Garibaldi. Fu consigliere comunale e assessore al turismo del Comune Margheritese. Durante il periodo della tendopoli è stato nominato Delegato della Croce Rossa Italiana per l’assistenza ai disastrati. Dal 1974 al 1980 è stato Direttore organizzativo del Gruppo Folkloristico “Manzil-Sindi” di Santa Margherita di Belice. E’ autore di canzoni registrate alla SIAE che fecero parte del repertorio del Gruppo Folkloristico stesso, tra le quali “Nostalgia” di cui è coautore il figlio Giuseppe, e “Li cannolicchi di lu picuraru”. Distinto pittore, ha dipinto una sessantina di quadri ad olio raffiguranti immagini dell’ambiente margheritese. Nel 1969 pubblicò il volume “Lucciole – Miti e leggende dei luoghi del Gattopardo”, Scrisse diverse poesie come “Arba a la Draunara” “L’agneddi a lu picuraru” “L’astronauti”, “Me’ figghia”, “Primavera ‘68”, “Pensiero” “Sunau lu roggiu”. Il suo ultimo lavoro è stato il volume "Santa Margherita Belice nella storia siciliana – Genesi del Gattopardo". Il professore è morto all’età di 82 anni nel 2006.

Alunni Cusenza Elvira, Morreale Gaspare, El Hachimi El Idrissi Atika

Le Guépard


Le Guépard est un roman écrit par Giuseppe Tomasi di Lampedusa, publié après sa mort, entre la fine du 1954 et du 1957.
Dans ce roman il raconte les évenements historiques siciliens.
L’histoire du Guépard est située en Sicile au moment de la fine du règne des Bourbons.
L’histoire commence en 1860, pendant l’expedition des Mille, le prince Salina accueille avec scepticisme l’arrivée des troupes Garibaldains, qui consignent le pouvoir aux Savoia et qui marquent la fine d’une époque et l’ascension rapide de la classe bourgeoise.
Si Don Fabrizio contemple le passage historique son neveu Tancredi Falconeri, exposant d’une jeunesse plus dynamique et ceyniqu, il se parte volontaire dans l’armée des Savoie. Don Fabrizio en 1883 meurt
La famille  Salina commence à décliner.

Alunno  Bacchillone Christian

Les lieux du Guèpard

Palais Salina
Giuseppe Tomasi di Lampedusa puise son inspiration dans sa famille pour écrire le livre.
Villa Boscogrande
Villa di Lampedusa ne reste que le mur d’enceinte ;dans la reconstruction cinématographique de Luchino Visconti a utilisé la voisine Villa Boscogrande.
Donnafugata
Donnafugata est une ville de fantasie qui comprend des endroits geographiquement existants et reconnaissables.
Palazzo Filoangeri di Cutò
Le palais ,situé au centre du village ,sur la place ombragée ,s’étendait pour une zone énorme et comptait parmi les grandes et les petites trois cents chambres.

Biografia di G. Tomasi di Lampedusa in francese

Giuseppe Tomasi, 12° due de Palma, 11° princee de Lampedusa, baron de Montechiaro et de la Torrette, né le 23 decémbre 1896 à Palermo en Sicile - mort le 23 juillet 1957 à Rome est un aristocrate sicilien et un écrivain italien, auteur du roman Le Guépard.
S’il se passsionna très tot pour la littérature ,il ne vint que tardivement à l’écriture.
Personne très taciturne et solitaire ,il passa une grande partie de sa vie à lire énormément.
Se souvenant de sa propre enfance ,il écrivit :<<J’étais un garçon qui aimais la solitude, à qui ce qui plaisait le plus était d’etre avec les choses que d’etre avec les personnes>>.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa est le fils de Giulio Maria Tomasi et de Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò.
Resté enfant unique après la morte de sa soeur Stefanie ,Giuseppe est très attacché à sa mère ,femme de forte personnalité qui a eu une grande influence sur l’écrivain.
Pendant son enfance ,sa mère lui enseigne le français et sa vie se déroule entre le palais de Palermo et celui de Santa Margherita di Belice.
En 1932 il épouse Alexander Wolf Von Stamersee mais bientot le mariage finit à cause de sa mère.
En 1954 il connait Eugenio Montale et on pense qu’il a écrit “Le Guépard” dans cette periode.
Le roman a été publié après sa mort par la Feltrinelli.

Alunno Ciaccio Riccardo

Video presentazione Scuola


Realizzato da Bilello Sofia, Cascio Carola, Vetrano Giusy, Manno Sofia e Giambalvo Dario

La doppia seduzione di Francesco Orlando


BIOGRAFIA
Dopo essersi iscritto, per andar dietro alle orme del padre avvocato, alla facoltà di giurisprudenza di Palermo, si mette a seguire piuttosto le lezioni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, decidendo poi di passare alla facoltà di lettere e laurearsi in letteratura francese. La sua prima formazione letteraria dunque è avvenuta nella Sicilia degli anni cinquanta alla scuola di Tomasi di Lampedusa, il quale, a partire dal 1953, lo invita alle lezioni di letteratura inglese e francese che teneva privatamente per un gruppo di giovani amici, tra cui Gioacchino Lanza Tomasi, nella sua abitazione. Ed è proprio in casa Lampedusa, di cui diventerà uno dei principali interpreti, che Orlando ha il suo primo contatto con la psicoanalisi grazie alla moglie di questi, Alessandra Wolff-Stomersee, analista di scuola freudiana e allieva di Sigmund Freud, contatto che sarà decisivo per tutta la sua ricerca successiva. .
Gli anni trascorsi accanto alla figura di Lampedusa segnano profondamente anche la sua esperienza biografica, tanto che nel 1963 Orlando affiderà alle stampe un suo Ricordo di Lampedusa, seguìto nel 1996 dall'appendice di riconsiderazioni di Da distanze diverse.
È stato docente prima di lingua e letteratura francese presso la facoltà di lingue e letterature straniere di Pisa e incaricato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa; proprio a Pisa, il giovane professore Orlando si è trovato a fronteggiare gli eventi del '68 italiano, durante il quale si dimostra solidale con le istanze del movimento studentesco, rimanendo comunque fermo sostenitore della necessità del proseguimento dell'attività universitaria. In seguito alle tensioni della contestazione studentesca, nel 1970 si è trasferito all'Università Federico II di Napoli, per poi spostarsi nel 1975 a Venezia, presso la recente facoltà di lettere e filosofia dell'Università Ca' Foscari; infine nel 1982 è ritornato nella sua amata Pisa. Nel 1995 ottiene a Pisa il conferimento della prima cattedra italiana di teoria della letteratura, disciplina che ha insegnato sino al 2006 e della quale è stato un esponente di rilevanza internazionale, soprattutto nello studio del rapporto tra letteratura e psicoanalisi, del quale è stato in Italia uno dei pionieri, pubblicando fin dall'inizio degli anni settanta articoli su "Belfagor", "Nuovi Argomenti", "Critica storica", "Studi Francesi", "Micromégas. Rivista di studi e confronti italiani e francesi", "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", "Strumenti critici", "Paragone", "Saggi e ricerche di letteratura francese", "Rivista di letterature moderne e comparate", "Nuova rivista musicale italiana", "Cahiers de l'Association internationale des études françaises", "Annales de la Société Jean-Jacques Rousseau" ecc.

LA DOPPIA SEDUZIONE
Trama
Scritto, nelle sue prime versioni, tra il ’56 e il ’58, proprio nel momento cruciale in cui il romanzo del novecento taglia i ponti con il modello ottocentesco della narrazione “realista”, con le sue ambizioni di spiegare il mondo riproducendolo in ogni aspetto e dettaglio, La doppia seduzione esercita, anche sul lettore una duplice e contraddittoria fascinazione.
A un primo livello, è la fascinazione di una scrittura nuda, spoglia e asciutta che realizza il rifiuto totale di ogni enfasi, di ogni abbellimento retorico; una scrittura ascetica che prende le distanze dall’enfiato Ottocento carducciano e dannunziano ma in una direzione spettacolarmente diversa da quella del coevo neorealismo italiano.Una direzione che lettori e recensori hanno avvertito come “stendhaliana”: la rapidità e l’essenzialità di Stendhal -troppo moderne, come lui ben sapeva, per i lettori del 1840- sono carte vincenti per il narratore di metà novecento, e si distinguono felicemente da un altro tipo di rapidità e di essenzialità, a quell’altezza cronologica ormai inflazionato e decaduto a maniera troppo facilmente imitabile: quello dei più corrivi e fortunati narratori americani, in primo luogo Hemingway e Dos Passos.
Eppure ci spostiamo qui sul secondo livello questa scrittura trasparente e incisiva, segnata dall’orrore dell’approssimazione e dal culto di una precisione matematica, ci trasmette una vicenda che più ambigua , sfumata e complessa non potrebbe essere. Il rigore stendhaliano è qui al servizio di un enigmatico e crudelissimo “teatro d’ombre” che mette in gioco tutti i fantasmi del profondo e la loro invisibile potenza distruttiva. Nitida e sorvegliata all’estremo, la scrittura de La doppia seduzione affronta un mondo di forze smisurate, oscure e indomabili.
E’ come se il romanziere obbedisse, a suo modo, a una frase suggestiva del giovane Proust
La notte in cui vive e muore Ferdinando, il protagonista de La doppia seduzione, non è, nel momento in cui Orlando scrive il suo romanzo, un territorio inesplorato: vi si sono avventurati, tra gli altri, Flaubert, Dostoevskij e Proust.E’ stato René Girard a fornirne la più convincente definizione, nel 1961: è la notte del “desiderio mediato”.Tipico del mondo moderno, privo ormai di modelli e riferimenti ultraterreni, il desiderio mediato è per Girard un fenomeno contagioso e violento.
Nel personaggio di Don Chisciotte si presenta in una forma ancora innocua: l’eroe di Cervantes, incapace di desiderare spontaneamente, adotta come propri i desideri dei cavalieri erranti che popolano i romanzi, e in base a tali “desideri mediati” si perde in un mondo di fantasmi e di illusioni. In seguito, in Madame Bovary, nel dostoevskiano uomo del sottosuolo, così come negli snob di Proust, il desiderio mediato compie ben più gravi devastazioni. Spinge un soggetto solitario e fragile a scegliersi un Modello cui attribuire tutto quel che a lui manca, in particolare la debordante pienezza dell’energia vitale; per questo modello proverà sentimenti alterni e ambivalenti, che oscilleranno apparentemente senza spiegazione- dall’odio più forsennato alla più servile idolatria.
E’ a questa linea che appartiene La doppia seduzione, ed è questa appartenenza a sancire –accanto al nitore e all’essenzialità della scrittura la sua seconda modernità.
La “verità romanzesca” dei desideri incrociati che condannano il goffo e solitario Ferdinando a idolatrare Mario, socievole e sportivo, e il superficiale Mario ad invidiare il prestigio intellettuale di Ferdinando, sostituisce quella verità delle apparenze, degli scenari minuziosamente evocati, dei compiaciuti ritratti che caratterizzava il romanzo realista.
Christian Bacchillone




Notturni di Kazuo Ishiguro

Biografia
Kazuo Ishiguro,(Nagasaki, 8 novembre 1954), è uno scrittore giapponese naturalizzato britannico.All'età di sei anni arrivò in Gran Bretagna dove la sua famiglia si era trasferita. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, divenne definitivo. Si laureò nel 1978 in letteratura e filosofia ed attualmente vive a Londra con la moglie scozzese, Lorna MacDougall, assistente sociale, e la loro figlia Naomi.Discutendo del suo retaggio giapponese e la rispettiva influenza sulla propria formazione, l'autore afferma: "Non sono completamente come gli inglesi perché sono stato cresciuto da genitori giapponesi in un ambiente domestico di lingua giapponese. I miei genitori non si resero conto che saremmo rimasti in questa nazione per così tanto tempo, e si sentirono responsabili di tenermi in contatto con i valori giapponesi. Ho quindi radici distinte. Penso differentemente, la mia prospettiva è sottilmente differente." Quando gli viene chiesto in quale misura si identifichi giapponese o inglese, lo scrittore insiste: "La gente non è per due terzi una cosa e per il resto qualcos'altro. Temperamento, personalità, o modo di vedere non si dividono affatto così. I pezzi non si separano chiaramente. Finisci per essere una stramba miscela omogenea. Questo diventerà più comune nella seconda parte del secolo – persone con ascendenze culturali miste e sfondi razziali miscegenati. Così va il mondo."Nel 1986 ha vinto il premio Withbread per il suo secondo romanzo: Un artista del mondo fluttuante. Nel 1989 ha avuto un nuovo prestigioso riconoscimento, il premio Booker, per il suo romanzo Quel che resta del giorno dal quale è stato tratto il film omonimo di James Ivory.Nel 2005 vince il Premio Alex con Non lasciarmi (Never Let Me Go). Anche questo romanzo è diventato un film omonimo, con la regia di Mark Romanek (2010).Con Rushdie e Kureishi fa parte del gruppo di scrittori, di origini diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d'origine. La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte con infinita cura, ricordano i grandi romanzieri nipponici classici.Uno dei suoi romanzi Un artista del mondo fluttuante ricostruisce l'ambiente del Giappone nel primissimo dopoguerra. Il titolo originario inglese An Artist of the Floating World è assai più vicino alla tradizione giapponese di quanto sia la traduzione italiana, facendo riferimento a quel mondo fluttuante così caro a intere generazioni di bunjin (intellettuali), scrittori e pittori nipponici. Il romanzo è un omaggio alla sua cultura d'origine ma anche alla storia della sua famiglia, originaria della città così duramente provata dalle conseguenze dell'esplosione nucleare.Il suo settimo romanzo, Il gigante sepolto (The Buried Giant), è uscito il 3 marzo 2015, pubblicato negli USA e nel Regno Unito contemporaneamente.Dopo dieci anni di silenzio, Ishiguro scrive un romanzo mitologico, sulle orme di Tolkien, ambientato nella Britannia del V secolo, con orchi, draghi e giganti - e, per la prima volta nelle sue storie, scene cruente di violenza improvvisa e letale: "Preciso, essenziale, lirico e appena un po' strano, l'idioma del Buried Giant appare universale come il suo tema... In questa parabola mesmerica di rimembranza, remissione e vendetta, durante una fragile tregua tra Britanni e Sassoni dopo la partenza dei romani, le carneficine sono rare, ma quando avvengono, sono di una calamità straziante."Tuttavia l'autore non trasforma la Britannia dei secoli bui in Terra di Mezzo, ma presenta piuttosto un romanzo palesemente storico, in "una miscela promiscua di influenze e periodi".                                                                         
                                                                       NOTTURNI
Il «notturno» in musica è una composizione di carattere lirico e melodico, veicolo di atmosfere sognanti e sentimenti ambivalenti, e in senso ampio ispirata alla notte.Nei cinque racconti di questa raccolta prevale l'ambientazione notturna delle scene cardine, la qualità onirica e comunque surreale delle vicende e soprattutto quell'alternanza di toni lievi e toni gravi che contraddistingue anche il genere musicale.
Una sinestesia quasi perfetta dunque. Ma con un'importante eccezione: se il rigore della costruzione di parole in Ishiguro assorbe e maschera pressochè del tutto le tempeste della vita, è nel rapporto dei protagonisti di Notturni con la musica che il disagio si rivela. Il crooner del primo racconto, per esempio, uno di quei vecchi cantanti melodici americani ormai fuori moda, ha alle spalle un passato di successi di cui vorrebbe tanto trattenere qualche brandello. La serenata - ovviamente notturna - che dedica alla moglie a bordo di una gondola, sembrerebbe il romantico pegno d'amore di un gentiluomo d'altri tempi ed è invece il primo atto di una cinica (e un po' ridicola) operazione di restyling. Come mai, allora, gli occhi gli si riempiono per un momento di lacrime?
La commozione, quasi impercettibile, affiora anche sul viso di altri personaggi: il sassofonista jazz di grande talento e scarsa fortuna che, per dare un impulso alla sua carriera, viene convinto dall'ex fidanzata a sottoporsi a un radicale intervento di chirurgia estetica; il chitarrista spiantato che, in attesa di mostrare al mondo la purezza del suo genio, si accontenta di servire ai tavoli di un baruccio di campagna ed è costretto a chiedersi se si tratti davvero di una condizione transitoria; la virtuosa del violoncello che non produce una nota e si affanna a tenere accesa la luce riflessa della sua stima. Lacrime fugaci, imbarazzate, per tutti loro, lacrime fuori posto, che spesso accompagnano la comicità bislacca di Ishiguro proprio là dove raggiunge il suo apice.
Così un insegnante di lingue dà fondo al suo ingegno infantile per mascherare un piccolo danno in casa di amici di gioventù, arrivando perfino a inscenare un'improbabile incursione canina. Il tentativo fallisce, naufraga pure il rapporto con gli amici, forse già naufragato da tempo. Ma su una terrazza - di notte - la musica di Sarah Vaughan può ancora farci ballare e convincerci, almeno per un momento, di essere proprio nel posto giusto.

Emanuel Bacchillone



Il regno di Emmanuel Carrere


Figlio di Louis Carrère e di Hélène Carrère d'Encausse, terza donna ad essere eletta nell'Académie française, figlia di immigrati georgiani che fuggirono la Rivoluzione russa. È laureato presso l'Institut d'études politiques de Paris, più noto come Sciences Po.
Il suo primo lavoro è stato quello di critico cinematografico per la rivista Télérama.Nel 1983 ha esordito con il romanzo L'amie du jaguar, al quale hanno fatto seguito altri titoli di pura fiction fino al 2000, anno in cui pubblica L'avversario, la storia di Jean-Claude Romand, un criminale francese cresciuto nella menzogna: dopo aver fatto credere per diciotto anni alla sua famiglia di essere un medico, Jean-Claude decide di sopprimere sua moglie, i suoi figli e i suoi genitori e di dar fuoco alla sua casa quando si accorge di essere stato smascherato. Leggendo nella cronaca il caso di questo individuo, vissuto per anni nell'anonimato di una vita banale prima di trasformarsi in un serial killer, Carrère si incuriosisce e prende contatti con lui.
Romand accetta di collaborare alla stesura del libro, con l'intenzione di capire egli stesso i motivi che lo hanno portato a compiere quel crimine di cui poi si dichiara pentito. Emmanuel Carrère rintraccia e intervista due dei suoi vecchi amici, assiste alle udienze del processo e decide di tracciare una indagine sulla mente di una persona che ha vissuto un'intera vita, fin dall'infanzia, costruita sulla menzogna. Anche dopo la condanna all'ergastolo, Carrère visita più volte Romand in carcere e tiene con lui una fitta corrispondenza, che gli dà modo di documentare la sua vita da detenuto e la sua riscoperta della fede.
Carrère ha tentato diverse stesure del libro, prima dal punto di vista dell'assassino, poi facendo parlare i suoi amici e i protagonisti della storia, ma nella stesura definitiva ha voluto narrare la propria esperienza in prima persona, segnando così una svolta nel proprio stile di scrittura. Da L'avversario in poi, infatti, in ogni sua opera Carrère compare come narratore presente ai fatti, scrivendo pagine radicate nella realtà e molto documentate come in Limonov, il suo libro più venduto, in cui la biografia di un leader dissidente russo diventa uno strumento di analisi della Russia putiniana, o come in Il regno, in cui traccia la storia del primo secolo dell'era cristiana e dell'effimera conversione dell'autore.
Dopo aver esordito come critico, Carrère non ha comunque abbandonato il mondo del cinema: ha scritto numerose sceneggiature per telefilm basati su testi di Georges Simenon, ha collaborato alla sceneggiatura di molte puntate di Les Revenants e di altre fiction televisive. Molti suoi libri sono poi stati trasposti in sceneggiature cinematografiche, e la maggior parte delle sue opere sono incentrate sulla riflessione su se stesso e sul nesso fra illusioni e realtà.
Nel 2006 ha vinto l'Efebo d'oro per il film L'amore sospetto, tratto dal suo stesso romanzo. Nel 2011 la sua opera biografica Limonov, che descrive la vita controcorrente del poeta ed attivista politico ucraino Eduard Limonov, ha ottenuto il Prix Renaudot.
Nel 2015 è stato membro della giuria della 72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e ha ritirato il premio La storia di un romanzo assegnatogli nel corso della manifestazione Pordenonelegge.it.
Il 7 Agosto 2016 riceve il Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa per l'opera "Il regno".

IL REGNO
«In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano» scrive Emmanuel Carrère nella quarta di copertina dell'edizione francese del Regno. «Lo sono stato per tre anni. Non lo sono più». Due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di «tornarci su», di ripercorrere i sentieri del Nuovo Testamento: non da credente, questa volta, bensì «da investigatore».
Senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere. Così, conducendo la sua inchiesta su «quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo», Carrère fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l'ebreo Saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone Luca (quelli che oggi conosciamo come l'apostolo Paolo e l'evangelista Luca); ma anche il giovane Timoteo, Filippo di Cesarea, Giacomo, Pietro, Nerone e il suo precettore Seneca, lo storico Flavio Giuseppe e l'imperatore Costantino – e l'incendio di Roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto ciò, è stato scritto, «in un'avventura erudita ed esaltante, un’avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda Brian di Nazareth dei Monty Python». Al tempo stesso, come già in Limonov, Carrère ci racconta di sé, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di Philip K. Dick, e di molto, molto altro.


Emanuel Bacchillone

Il monte del cattivo consiglio di Amos Oz


                                                       Biografia

Amos Oz è nato il 4 maggio 1939 a Gerusalemme. Circa metà dei suoi scritti sono ambientati in questa città e nelle zone circostanti. I suoi genitori, Yehuda Arieh Klausne e Fania Mussman,  erano immigrati sionisti dell'Europa Orientale. Il padre di Amos aveva studiato storia e letteratura a Vilnius, Lituania, e a Gerusalemme era bibliotecario e scrittore .La madre Fania si suicidò, in seguito a una forte depressione, quando Amos aveva dodici anni. Amos avrebbe poi elaborato le ripercussioni di questo tragico evento scrivendo il libro di memorie ''Una storia di amore e di tenebre''.Come la maggior parte degli israeliani, Amos Oz ha prestato servizio nelle Forze di Difesa Israeliane. Alla fine degli anni cinquanta era arruolato nell'unità di fanteria Nahal e ha combattuto negli scontri al confine tra Israele e la Siria.
Dopo aver servito nell'unità Nahal, Oz studiò filosofia e letteratura ebraica all'Università Ebraica di Gerusalemme. A parte alcuni articoli nel bollettino del kibbutz e nel giornale Davar, Amos Oz non ha pubblicato niente fino all'età di 22 anni, quando ha cominciato a pubblicare libri. La sua prima raccolta di racconti, "La terra dello sciacallo", è stata pubblicata nel 1965. Il suo primo romanzo, "Elsewhere, Perhaps", è stato pubblicato nel 1966. Ha cominciato a scrivere ininterrottamente, pubblicando in media un libro l'anno con la casa editrice del Partito Laburista, Am Oved. Che gli garantiva uno stipendio mensile fisso indipendentemente dalla frequenza di pubblicazione.
Oz ha scritto 18 libri in ebraico e circa 450 articoli e saggi. Le sue opere sono state tradotte in circa 30 lingue. Ha ricevuto il premio più prestigioso del suo Paese: il Premio Israele per la letteratura nel 1998, anno del cinquantesimo anniversario dell'indipendenza di Israele. Nel 2005 ha ricevuto dalla città di Francoforte il Premio Goethe alla carriera, un premio prestigioso assegnato in passato a Sigmund Freud e Thomas Mann. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Principe delle Asturie per la Letteratura. Nel 2008 ha ricevuto il Premio Heinrich Heine della città di Dusseldorf Nel 2010 ha vinto la prima edizione del Premio Salone Internazionale del Libro, assegnatagli dal voto elettronico dei visitatori ed editori della manifestazione Italiana.Nel 2012 ha vinto il Premio letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa per "Il monte del cattivo consiglio"

                                         Il monte del cattivo consiglio
Il romanzo ė stato scritto nel 2011 ed è composto da tre novelle.
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de “Il monte del cattivo consiglio” e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca l’atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in

“Il tramonto comincia presto e la fiamma è più opaca del solito…forse anche disperata, un ardore amaro come l’ultimo atto d’amore, che è animato di furia perché è l’ultimo e non ve ne saranno altri”
quel periodo, e la racconta attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. C’è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de “Il signor Levi”, si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d’indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in “Nostalgia” scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato.Lui è malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Intanto le racconta il presente convulso, ansioso e pure carico di malinconia che Gerusalemme viveva in quei giorni.




Antonino Di Prima e Gioacchino Coppola

Palazzo Filangeri di Cutò

Palazzo Filangeri di Cutò fu costruito nel XVII secolo dai Corbera, una famiglia nobile di origine spagnola. Passò successivamente ai Filangeri di Cutò, da cui discendeva per linea materna il celebre scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Egli trascorse qui le estati della sua infanzia, negli anni tra il 1905 e il 1914, utilizzandolo poi come modello per il Palazzo di Donnafugata del “Gattopardo”. Quasi completamente distrutto durante il terremoto (si salvò solamente la facciata), è stato in seguito parzialmente ricostruito ed è oggi sede del Municipio, del Museo del Gattopardo, dell'Istituzione Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Il Palazzo dei Filangeri Principi di Cutò, presenta un'ampia facciata in cui si aprono eleganti portali, tribune e finestre. Fedelmente ricostruito nelle parti danneggiate dal sisma del 1968, l’imponente struttura, con parco e teatro, rende ancora l’idea di quella che fu la prestigiosa residenza estiva della famiglia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Oggi il Palazzo è sede del Parco letterario - museo del Gattopardo in onore al celebre scrittore che qui trascorse lunghi periodi della sua infanzia. Nei sui ambienti è possibile riconoscere il palazzo di Donnafugata, in cui si rifanno le pagine e le memorabili scene del Gattopardo. In ciò che rimane della magnifica seicentesca Chiesa madre, è stato realizzato il Museo della Memoria : centinaia di fotografie ricordano i nove paesi della valle del Belice colpiti dal terremoto del 15 gennaio 1968, i momenti immediatamente seguenti la distruzione, le macerie, i volti delle popolazioni duramente provate, e poi la ricostruzione e la rinascita del paese.

Domenico Mercadante

Smorfie di Eduardo Sanguineti

BIOGRAFIA
Edoardo Sanguineti nacque a Genova nel 1930, ma fin dall’infanzia visse a Torino. Durante gli anni del liceo frequentò il mondo intellettuale torinese. Nel 1956 si laureò e nello stesso anno pubblicò la raccolta poetica Laborintus.Si dedicò alla vita letteraria, insegnando prima alle scuole superiori e in seguito all'università.  Due anni prima della sua morte vinse il Premio Giuseppe Tomasi di Lampedusa con la raccolta "Smorfie". Morì di aneurisma il 10 maggio 2010 a Genova.
SMORFIE
Ci vollero quasi cinquant'anni di attività letteraria per dare vita alla
raccolta "Smorfie". In questa raccolta egli propone una specie di viaggio in un io, che è davvero un altro. Intersecando amori, dolori e delusioni, progetti e incontri casuali, mettendo sotto gli occhi una scrittura che, da una posizione defilata, ha fatto da contro canto
al suo intero percorso poetico.
Lucia Nieli e Martina Scaturro 3B

Claudio Magris

Claudio Magris è uno scrittore,germanista, critico e senatore italiano nasce a Trieste il 10 aprile 1939. È uno dei più famosi saggisti contemporanei. Ha insegnato letteratura tedesca presso l'università di Torino e poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all'attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura, è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all'interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale.Magris non è solo un insigne studioso, infatti, ma è anche un letterato a tutto campo, un intellettuale che ha scritto alcuni dei più bei libri mai apparsi in Italia (basti qui ricordare il recente "Microcosmi".  Nel 1984 gli viene conferito il premio San Giusto d'Oro dai cronisti del Friuli Venezia
Giulia. Magris ha inoltre contribuito con numerosi studi a diffondere in Italia la conoscenza della cultura mitteleuropea e della letteratura del "mito asburgico". Nel 1986 Magris dà alle stampe il suo capolavoro, il libro con il quale ancora oggi è riconosciuto come lo scrittore che é: "Danubio". Nel 2005 ha vinto il premio letterario con il suo romanzo "alla cieca". Alla cieca è la storia, narrata in prima persona, di un personaggio sempre in fuga, di un uomo recluso di volta in volta nelle più disparate prigioni, campi di concentramento, colonie penali. l personaggio è Jorgen Jorgensen, re d'Islanda, ma anche John Johnson, Jan Jansen, il compagno Cippico, Čipiko, Salvatore, Nevèra, Strijela, i partigiani della Seconda guerra mondiale e della Guerra civile spagnola. È Giasone, è un argonauta, un astronauta, un marinaio. Un uomo sempre diverso ma sempre se stesso, che attraversa la Storia affiancato da donne differenti che si chiamano Mangawana, Maria, Marie, Mariza, Màrja, Norah.
Gabriel Di Vita e Giulia De Vita IIIB

Fuoco sulla montagna di Anita Desai

Anita Desai
Nata a Musoorie da madre tedesca e padre bengalese,  è cresciuta a Nuova Delhi, diventando una celebre scrittrice.

L'inglese è la lingua in cui impara a leggere e con la quale si cimenta al suo esordio come scrittrice quando pubblica i primi racconti e recensioni sulle riviste della scuola e poi del college. Si laurea in letteratura inglese all' Università di Delhi,nel 1958. Nello stesso anno sposa Ashrin Desai, dal quale ebbe quattro figli.

                                         FUOCO SULLA MONTAGNA

Scritto da Anita Desai, agli inizi della sua carriera, Fuoco sulla montagna è un breve romanzo di
desolante bellezza, il più premiato della sua bibliografia. È un romanzo capace di incantare ed emozionare il lettore, senza mai annoiare nonostante la semplice trama.  La sua prosa trasparente e rarefatta fa emergere emozioni con la forza di parole scelte con algebrica precisione. Ciò nonostante la psicologia dei personaggi e la complessa dinamica del loro rapporto di reciproca dipendenza si svelano con profondità introspettiva. In apertura il romanzo si concentra sullo splendido isolamento di Nanda Kaul un'indiana benestante e colta che dopo anni di dedizione alla sua numerosa famiglia si rifugia in una casa in collina per ritrovare se stessa. La voce narrante in terza persona si insinua nell'oscuro animo della donna svelandone i moti più segreti e i ricordi di un passato che la opprime. L'arrivo inaspettato della pronipote Raka fa vacillare le sue certezze. La casa non risuona di grida e di richieste come lei paventava. La bimba è taciturna e schiva e a poco a poco si stanca dei racconti con i quali la nonna tenta di conquistare la sua attenzione. I ruoli si ribaltano: ora è Nanda ad aver bisogno della compagnia di quella bambina libera e autosufficiente nella quale si illude di scorgere se stessa. L'arrivo della querula Ila Das ridotta alla fame e bisognosa di un aiuto che Nanda le nega prelude alla catastrofe che giunge inaspettata e che si consuma in poche righe e in modo lapidario. Le verità dei personaggi vengono a galla all'improvviso gettando una nuova luce sulla intera vicenda. Un colpo da maestro che lascia senza fiato.
Corsentino e Fratello.  III B

Premio Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa


Il Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa si svolge a Santa Margherita di Belice, terra del Gattopardo, in provincia di Agrigento.Prende il nome dallo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo, il quale visse molti anni della sua vita in un questo paese. Il premio ha lo scopo di cogliere nella produzione letteraria i temi della pace e della convivenza dei popoli.I temi trattati nelle opere premiate sono: la guerra,l'amore, Il messaggio etico-politico sottolinea  l'intreccio tra diverse culture.La cerimonia di consegna del premio si svolge ogni anno nella prima settimana di agosto, in Piazza Matteotti. Vi sono ospiti  di un  certo calibro artistico e culturale. . Il Premio letterario per diverse edizioni è stato presentato dalla giornalista Rosanna Cancellieri, nel 2015 e nel 2016 da Serena Autieri.La giuria  è composta da Gioacchino Lanza Tomasi, figlio adottivo  dell'autore e da docenti di letteratura italiana come Salvatore Silvano Nigro, Giorgio Ficara e Mercedes Monmany. Nelle edizioni precedenti, ha fatto parte della giuria anche la poetessa Maria Luisa Spaziani, scomparsa il 30 giugno 2014.

Barbera Miriam

Il Direttore del Parco Letterario prof. Raimondi Incontra i ragazzi del progetto Blog TomasiShare

Gli alunni delle classi terze della scuola secondaria, protagonisti nella realizzazione del blog letterario “TOMASISHARE” hanno incontrato il Prof. Matteo Raimondi, direttore scientifico del parco letterario del Gattopardo.
Il direttore, dopo aver visionato ed apprezzato il lavoro svolto dagli alunni, ha trasmesso ai ragazzi la sua GRANDE passione per il romanzo “Il Gattopardo” capolavoro dello scrittore piu’ importante del novecento “G.Tomasi di Lampedusa”. ll prof. Raimondi, attraverso la sapiente lettura dei passi più importanti del romanzo  ci ha fatto rivivere la storia di Italia e della Sicilia. Storia di una grande famiglia, i Salina, che con grande dignità e nobiltà ha accettato di trasferire le cariche e il potere politico agli “sciacalli”  che avrebbero governato la nostra bella isola.
Abbiamo colto con amarezza  e tristezza che Il giudizio storico espresso da don Fabrizio rispecchia quello dell’autore stesso, il quale intende alludere non soltanto alla Sicilia, ma all’Italia intera che, appena uscita dalla Seconda guerra mondiale, sta faticando a dare vita a un vero stato democratico. Ecco l’analisi del Principe Salina sulla Sicilia e i  siciliani a Chevalley (notabile piemontese,segretario della prefettura di Girgenti): “ In Sicilia non importa far male o bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’;
“Il sonno, caro Chevalley ,il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali. Non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria. Davanti alla prospettiva di una svolta nel governo della Sicilia, il principe Salina, pur mostrando adesione, non trova ragione di “partecipare” né emotivamente né fattivamente. La Sicilia, a suo avviso, vuole solo dormire e non sopporta chi pretende di svegliarla. Attraverso la lettura dei passi piu’ importanti, il direttore ha saputo trasferire ai giovani l’importanza dell’autore per la nostra cittadina e l’orgoglio di appartenere alla terra del Gattopardo. Ha puntualizzato che la fondazione del Parco è un'istituzione attorno alla quale ruota la figura e gli scritti dell’autore  e vuole assumere la funzione di tutela  letteraria di luoghi resi immortali da versi e descrizioni celebri, ma anche promotore di quella cultura che possa destare i siciliani dal profondo sonno. 
la redazione

I luoghi del Gattopardo

PALAZZO SALINA
Il Palazzo o Villa Salina nella realtà è Villa Lampedusa, a San Lorenzo Colli (fuori Palermo), la piana in cui l'aristocrazia palermitana del settecento costruiva le proprie dimore fuoriporta.
 MONASTERO DI PALMA DI MONTECHIARO
La storia della famiglia Tomasi è possibile assaporarla visitando la cittadina di Palma di Montechiaro, con la visita alla Chiesa Madre, il Monastero delle Benedettine, luogo di sepoltura della Beata Corbera (Elisabetta Tomasi di Lampedusa). 

 PALAZZO FILANGERI DI CUTO’
Il Palazzo Filangeri di Cutò è un palazzo che si trova  a Santa Margherita di Belice ed è molto famoso per aver ospitato la Regina Maria Carolina e per essere stato la dimora dell’autore G.Tomasi di Lampedusa. Qui possiamo trovare il manoscritto originale del Gattopardo, i vestiti del Film e le Cere a grandezza naturale dei personaggi.
 VILLA BOSCO GRANDE
La gran parte delle scene del film sono state girate in questo palazzo. Una location stupenda che riesce a dare un senso di eleganza e di pittoresco.
Gianluca Saladino






Il Gattopardo

IL GATTOPARDO
La vicenda del Gattopardo è ambientata in Sicilia e prende avvio nel 1860, nel momento del collasso del Regno dei Borboni. Don Fabrizio, principe di Salina, è il classico rappresentante del ceto aristocratico,  che sta assistendo impassibile al proprio inesorabile declino. La vicenda si apre infatti nel maggio di quell’anno, durante la spedizione dei Mille: il principe Salina saluta con scetticismo e malcelato disprezzo l’arrivo delle truppe di Garibaldi, che consegneranno il potere ai Savoia e che segnano la fine di un’epoca e la rapida ascesa della classe borghese. Se Don Fabrizio contempla con disincanto questo passaggio storico, suo nipote, Tancredi Falconeri, esponente di una gioventù più dinamica e cinica al tempo stesso, si arruola volontario tra le fila dell’esercito sabaudo. Quando lo zio esprime delle riserve in merito, Tancredi risponde con la celebre frase:

Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.

Gianluca Saladino

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo, 23 dicembre 1896 – Roma, 23 luglio 1957) è stato uno scrittore italiano. Scrittore dalla complessa personalità, è stato autore di un unico ma celeberrimo romanzo: Il Gattopardo. Personaggio molto taciturno e solitario, passò gran parte del suo tempo leggendo moltissimo. Ricordando la propria infanzia scrisse: «ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone».
Gianluca Saladino

Biografia di San Giuseppe Maria di Lampedusa

Nasce a Licata il 12 settembre 1649, muore a Roma il 1° gennaio 1713.Figlio del Duca di Palma di Montechiaro, celebre famiglia nobile siciliana di Lampedusa, rinunciò al titolo a favore del fratello e si fece religioso teatino. Grande studioso di liturgia, scrisse libri contro gli eretici dell'epoca, esercitò importanti incarichi nella Curia romana e ricevette la dignità cardinalizia. E' stato canonizzato nel 1986.A Roma, san Giuseppe Maria Tomasi, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari, detti Teatini, e cardinale: nell’ardente desiderio di rinnovare il culto divino, passò quasi tutta la sua vita a ricercare e pubblicare antichi testi e documenti della sacra Liturgia e si adoperò nel catechizzare i fanciulli.  Si ammalò e morì a Roma il 1° gennaio 1713, fu sepolto nella chiesa di San Martino ai Monti del suo titolo cardinali. Fu beatificato il 29 settembre 1803 da papa Pio VII e canonizzato da papa Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1986. 

Nieli, Fratello, Mercadante , Coppola,Mangiaracina e Scaturro

La sposa liberata

Lo scrittore e drammaturgo israeliano Abraham "Boolie" Yehoshua nasce a Gerusalemme il 19 dicembre 1936 in una famiglia d'origine sefardita. Il padre Yaakov Yehoshua è uno storico, i cui studi in vita hanno approfondito la storia di Gerusalemme; la madre, Malka Rosilio, è una donna giunta in Israele dal Marocco nel 1932.  Abraham Yehoshua dopo aver servito nell'esercito dal 1954 al 1957, studia alla scuola Tikhonaime e si laurea in Letteratura ebraica e Filosofia all'Università Ebraica di Gerusalemme. Ottiene in seguito incarichi come professore esterno presso le Università statunitensi Harvard di Chicago e Princeton.
Il romanzo di Abraham B. Yehoshua mette in risalto l’attuale situazione dello stato di Israele, quando però si poteva ancora sperare nella pace. L’autore l’ha scritto durante la guerra tra israeliani e palestinesi avvenuta tra il 1998 e il 2001, che continua ancora oggi . Una qualità di questo scrittore è quella di saper raccontare la “Grande Storia” e contemporaneamente le piccole storie dei singoli individui. Coinvolge il lettore con vicende drammatico del mondo in cui viviamo, dando allo stesso modo vivezza alla vita delle persone e ai loro problemi. I suoi personaggi vivono una vita normale, come si fa nel mondo odierno. Ne “La sposa liberata” la vita di una solida famiglia di professionisti israeliani, Rivlin e Haghitz, viene sconvolta dal fallimento del matrimonio dell’amatissimo figlio Ofer, il quale è stato abbandonato dalla moglie Galia che ha preteso il divorzio. Sono passati cinque anni, ma la ferita di Ofer, ancora innamorato della moglie, è ancora fresca. Ma forse il più sconvolto di tutti è il padre, che ama Ofer e non sa darsi pace per la fine del suo matrimonio. Anche perché non se ne conoscono i motivi. Tutto è successo così, all’improvviso, in gran segreto e Ofer non ha mai voluto raccontare a nessuno quello che è realmente accaduto. Yehoshua è un liberal e un pacifista e dunque  protagonista Rivlin, non solo è uno studioso dei popoli arabi, ma ama la loro storia e la loro cultura. Rivlin tuttavia tratta con grande confidenza affettiva il mondo arabo-palestinese. Ma leggendo il romanzo non si sfugge ad un’oscura e inquietante sensazione, caratterizzata da pagine in cui tanto spazio ha il mondo arabo. La sensazione cioè che lo stato di Israele vive totalmente immerso nel mondo arabo, che lo sviluppa da ogni lato, che tutto ciò può farci pensare o magari temere che un giorno a sua fragile idendità potrebbe di colpo venire sopraffatta, fino a scomparire del tutto…                                                                 Il romanzo afferma che quei due mondi sono incredibilmente distanti, di secoli di storia e di un’evoluzione avvenuta, per gli israeliani e per i palestinesi la religione resta la cosa più importante che c’è, aldilà del conflitto politico-militare che divide i due popoli. Forse l’identificazione iniziale del bambino arabo con una madre repressa e succube, talvolta anche umiliata, contribuisce alla sua incapacità di sviluppare un senso di libertà interiore durante l’adolescenza. Tuttavia lo scrittore non smette di coltivare altre ipotesi, e di operare per l’avvento di una difficile, ma non impossibile, convivenza tra nazioni.

MARTINA SCATURRO
REBECCA FRATELLO
LUCIA NIELI
VIRGINIA MANGIARACINA
III B

La storia di Santa Margherita di Belice


Nel suo territorio si trovano testimonianze di insediamenti sicani, greci, romani e arabi.
Il borgo,infatti, venne fondato nel 1572 sullo stesso sito in cui sorgeva un antico casale arabo, dal barone Antonio Corbera, antenato dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Successivamente appartenne alla nobile famiglia dei Filangieri, succeduti ai baroni Corbera, e ad essa rimase sino all'abolizione dei diritti feudali.Santa Margherita di Belice è conosciuta fin dai tempi più antichi con ritrovamenti di resti dei Sicani . Successivamente come altre zone del territorio venne occupata dagli arabi che costruirono il casale Manzil Sindi . Il paese veniva considerato un punto strategico per la sua altezza e soprattutto per la presenza del fiume Belice importante per la sua navigabilitá. Successivamente il territorio venne incluso nel feudo Misilindino insieme a Montevago che venne acquistato dai Filangeri.
I Principi Filangeri diedero impulso al paese con la costruzione di diversi edifici e facendone aumentare la popolazione. Tra i Filangeri di Santa Margherita di Belìce si annoverano tre vicerè di Sicilia: Alessandro I, Alessandro II e Nicolò I che nel 1812 ospitò nel Palazzo di Santa Margherita, per circa tre mesi, il Re Ferdinando, la regina Maria Carolina (la Donnafugata) e il principe Leopoldo di Borbone.
In origine il paese venne chiamato solo Santa Margherita sino al 1863 quando fu aggiunto l'appositivo "Belice" per la vicinanza dell'omonimo fiume. Sul finire del 1800 il sindaco Calogero Giaccone fece costruire il Cafè House. La città è nota per avere ospitato il celebre scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedsa autore de "Il Gattopardo". Nel  1968 il paese venne raso al suolo dal terribile terremoto che colpì l'intera Valle del Belice, modificando per sempre lo stile di vita dei suoi abitanti. La popolazione visse per circa 20 anni in baraccopoli costruite con l'amianto, in un'atmosfera di forte disagio e condizioni igienico-sanitarie pessime. Con la graduale ripresa e l'inizio della ricostruzione le cose sono andate migliorando, ma arrivati a questo punto era necessaria una ricostruzione della memoria. Proprio per questo l'attuale vice-sindaco Tanino Bonifacio ha raccolto le memorie del paese e costruito nella ex Chiesa Madre il Museo della Memoria.
Santa Margherita di Belice vanta una ricca coltivazione di grano, uva, olive, agrumi e ottimi fichidindia che si possono gustare nell'annuale Sagra del Ficodindia che si tiene nel mese di ottobre. Spiccato è l'allevamento di bovini e ovini. Caratteristiche sono le produzioni artigianali di sculture artistiche e campane di bronzo.
Gianluca Saladino III B

Tahar ben Jelloun

Tahar ben Jelloun è uno scrittore, poeta e saggista marocchino, noto per i suoi scritti sull'immigrazione e il razzismo. E’ nato il 1° dicembre del 1944, in Marocco, ben presto si trasferisce prima a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all'università dove si laurea in filosofia. Intorno ai primi anni '60 inizia la sua carriera di scrittore, conosce un famoso personaggio, Abdellatif Laâbi, giornalista e fondatore di "Souffles". Per un periodo si è dedicato all’insegnamento della filosofia ma poi, in seguito all’arabizzazione dell’insegnamento, dovette rinunciare, non essendo abilitato all’attività pedagogica in lingua araba. Nel 1971 si trasferisce quindi a Parigi, dove studia psichiatria e, dopo tre anni, ottiene un dottorato in psichiatria sociale, consegnando una tesi sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati, successivamente pubblicata con il titolo “L’estrema solitudine. L’esperienza in qualità di psicoterapeuta, emerge anche in altre successive opere dell’autore, tra cui “La reclusione solitaria”, del 1976. Il suo primo romanzo, invece, è intitolato “Hoerrauda”, ed è stato pubblicato nel 1973. Ha scritto novelle, poesie, opere teatrali, saggi, riuscendo ad apportare in ognuna delle sue opere elementi innovativi rispetto alla tradizione a cui egli stesso guardava e, contemporaneamente, la sua scrittura si è evoluta di giorno in giorno. Le tematiche trattate sono molteplici ma si basano tutte su argomenti scottanti e sempre attuali come l'emigrazione; la ricerca d'identità, la corruzione. Le sue opere sono scritte in lingua francese e spesso trattano i problemi dell’immigrazione e dell’integrazione e del razzismo. E’ ad oggi uno degli autori stranieri più conosciuti in Francia. Vive tutt’ora a Parigi, collabora con il quotidiane Le Monde ed è padre di quattro figli.
Gabriel Di Vita